Lamberto Garzia

Lamberto Garzia è nato nel 1965 a Sanremo. Ha vissuto per molti anni tra la Liguria, Roma e l’Abruzzo.
Intensa è la sua attività di operatore culturale. Pubblicazioni:
- La Chanson de Lambert (1989)
- Leda (2003)
- SHIAI E AI (2014), con note di Giuseppe Conte e Milo De Angelis
Il poemetto che qui si ripropone con varie varianti era già apparso nel volume Leda, ed è dall’autore considerato come il più riuscito.

Zecche di uomo bianco - I

Certo che per ritrarsi,
farsi figura di se stesso,
vi è l’obbligo di fermarsi,
quasi gettarsi d’improvviso sul divano:
un cigno impazzito che ha quasi smarrito
il suo originario bacino d’acqua, o salvezza.

(E allora con un goffo battito di ali
o cuore cerchi di fare un ritratto
a qualcuno che assomigli all’autore…)

da Zecche di uomo bianco

                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.

Zecche di uomo bianco - II

L’immobilità è data da un divano
che ha zecche di uomo bianco,
e l’uomo rovesciato in esso che attende
che una porta di umidità si apra.

(Ma non ha parole quel giorno,
e sa che non saprà mai e poi mai che dirle
a quella vestale senza setaccio che vorrebbe urlarle
disperato amore…)

Vestale senza setaccio: fa riferimento a Tuccia (vd. fonti  nella letteratura classica e arti figurative), accusata a torto di aver violato il sacro voto di castità.  La giovane sacerdotessa della dea Vesta, al fine di discolparsi dalla spregevole accusa, chiede ed ottiene di dare prova della sua innocenza tentando di raccogliere l’acqua dal fiume Tevere con un setaccio. La dimostrazione ebbe straordinario esito positivo e lei fu pienamente scagionata.

da Zecche di uomo bianco

                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.

Zecche di uomo bianco - III

 

Il modello che vorrebbe alzarsi dal divano
di muffa, chiedere pausa a se stesso –
dirgli un attimo e scusa se il volto
in un movimento bizzarro prende la forma
avvinazzata di un volto tumefatto.
Alzarsi e procedere oltre quelle note pesanti
di aria malsana che impattano su una parete
di sottotetto in affitto… 

(E di là un viottolo di paese antico
e il passaggio affrettato di sfrangiate vestali
che in un atrio o ara di scuola sono attese
forse dal segreto bacio o iniziazione di Amore)

da Zecche di uomo bianco


                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.

Zecche di uomo bianco - IV

E inutile a dirgli che anche il divano
distilla umidità,
e che dentro le ossa è un freddo che lacera,
e i bronchi un cemento…

E l’autore con voce di spigolo
che il modello deve star fermo,
che anche il respiro in accento
può essere un irreparabile danno,
e che sulle pareti di lava e mattoni 
i visi dei mostri o elettrici satiri
non hanno mistero.

da Zecche di uomo bianco

                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.

Zecche di uomo bianco - V

“No, non immaginare che sia la tua vestale
e mantella che traspare a bussare alla porta:
è e non solo uditivo l’errore…”


E il modello che facendo scudo convesso
con gli occhi che gli dice che è vero
e che i battiti di nocche son tre e tre… 
- e lui che sapiente scende nel tono
ma ugualmente evidenzia l’errore,
e che dolore le ossa che premono ai bronchi,
e chissà di un piccolo aiuto.

da Zecche di uomo bianco

                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.

Zecche di uomo bianco - VI

Non è una eccezione la sua puntualità
alle cinque esatte del mattino,
e pennello e spatola fra le mani –
e il modello che col corpo cerca di acquattare
la pozza di catrame che nel sonno e acquavite
ha riversato sul divano…

Anche se vicino a questa granosa acidità,
vorrebbe facesse miraggio un piccolo di lui,
e con voce oracolare dirgli di taglio crudele
che di certo l’opera d’arte avrà meno breve vita
del modello e dell’autore

e poi di nascosto sapersi pungolare il cuore. 

Granosa acidità: cfr. con Scanner Darkly di P. Dick e i “fiori blu” presenti nel campo di grano.

da Zecche di uomo bianco

                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.

Zecche di uomo bianco - VII

E’ solo nella notte che si riesce
ad essere nuovamente furtivi,
e prima che giunga l’autore
lasciare la porta socchiusa,
e lei che senza bussare si accosta
al divano e con voce di smania
come procede il lavoro:
vorrebbe giustamente sapere.

E il modello che questo è vietato
e che solo l’artista ne può dare
il permesso;
e lei che di dispetto ritrova la porta
e nei locali del fuoco cupidigia di lupi -
e lui nuovamente in una avventura d’insonnia…

da Zecche di uomo bianco

                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.

Zecche di uomo bianco - VIII

E il modello che vorrebbe che a sfondo
ci mettesse il mare con le sue fanfare
di gabbiani –
e sulla risacca mani unite da reti di vento
e audaci promesse di eternare l’Amore…

E l’autore severo che non deve pensare:
absentia mentis, gli ripete, absentia mentis
e poi guai se nella posa il modello si abbandona
a queruli rimorsi immani…

da Zecche di uomo bianco

                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.

Zecche di uomo bianco - XI

Certo che per interrompere una esecuzione,
un ritratto a figura completa di se stesso,
vi è l’obbligo di ribellarsi –
quasi gettarsi a becco affilato di cigno
sul volto di sconcerto dell’improvvisato pittore,
e con un isterico battito di ali o cuore
cercare di ledere per sempre la retina oculare
dell’autore…

Amen!

da Zecche di uomo bianco

                “Nel periodo di un Rembrandt visse non era ancora in uso
                il termine autoritratto, quindi si soleva dire COLUI CHE          
                ASSOMIGLIA ALL’AUTORE…


                da una trasmissione radiofonica notturna, ore.3.50 circa credo,
                e molte le interferenze in e dell’ etere.