Guido Oldani nasce nel 1947 a Melegnano (Mi), la Marignan della Battaglia dei Giganti (1515). Coltiva la discordanza culturale, pubblicando sue ricerche nella rivista scientifica “Acta Anatomica”, per poi passare a collaborare con il Politecnico di Milano, presso l’insegnamento di Tecnica della comunicazione. Suoi testi compaiono su numerose riviste, tra cui “Alfabeta”, “Paragone”, “Kamen”. E’ del 1985 la sua raccolta Stilnostro, prefata da Giovanni Raboni, dove colloca la realtà nella cornice atemporale di gerundi e participi passati. Nel 2000, partecipa al convegno “Varcar frontiere”, a Losanna, in cui attacca l’insufficiente espressione della realtà, osservata attraverso gli attriti di popoli, religioni, oggetti nella poesia. Amplia l’operazione l’anno successivo alla Statale di Milano al convegno “Scritture e realtà”. Intanto pubblica la raccolta Sapone nel numero 17 di “Kamen” (2001); in essa fa comparire la sua realtà centripeta. Collabora a quotidiani come “Avvenire”, “La Stampa” e “Affari Italiani”, a trasmissioni RAI, adatta testi per il teatro. Nel 2008, pubblica "Il cielo di lardo", nella Collana Argani, che dirige per l’editore Mursia. Sempre per Mursia nel 2010 esce il Realismo Terminale, visione della poesia e del mondo (la natura è sempre più simile agli oggetti). Fra le antologie in cui compare, ricordiamo Il pensiero dominante (a cura di Loi e Rondoni, Garzanti); Antologia di poeti contemporanei (D.Marcheschi, Mursia 2016), Poesia d’oggi – un’antologia italiana (P.Febbraro, Elliot, 2016); Novecento non più – verso il Realismo Terminale (a cura di D.Battaggia e S.Contessini, La Vita Felice, 2016); Poesie italiane 2016 (A.Berardinelli, Elliot 2017); Luci di posizione – Poesie per il nuovo millennio (a cura di G.Langella, Mursia 2017). Nel 2014, al Salone del libro di Torino, con Langella e Salibra, dà vita al Manifesto breve del realismo terminale. Nel 2018 è uscita la raccolta "La guancia sull'asfalto" (Editore Mursia); in svedese è uscito il testo trasversale "Farfalle di cemento" (2018 - Ed. Tranan); in cinese "Mare gonfiabile" (2019), in occasione del conferimento del Premio alla carriera "1573 International Poetry Award", quale primo autore italiano. Sulla sua opera e sul Realismo Terminale sono usciti: La faraona ripiena (a cura di Salibra e Langella, Mursia 2012); Dizionarietto delle similitudini rovesciate (a cura L.Cozzi Mursia 2014); Alla rovescia del mondo (A.Anelli, LietoColle 2008); Oltre il 900 (A.Anelli, Libreria Ticinum 2016). I suoi testi sono stati tradotti in inglese, tedesco, spagnolo, russo, arabo, rumeno, polacco, svedese, cinese, utzbeko e haitiano.
la centrifuga gira come un mondo
e i suoi abitanti sono gli indumenti
riposti dalla coppia dei congiunti.
si avvinghiano bagnati in un groviglio
i rispettivi panni in capriola;
sono rimasti questi i soli amanti,
quegli altri se si afferrano è alla gola.
da Il cielo di lardo Mursia ed.2008
i due cappotti siedono vicini
portati senza portamento alcuno
come due bucce vuote di banane.
si parlano le loro cicatrici
e gli occhi sono anelli di catene,
neanche a ballare suscitano brio
li ha fatti dio non sempre riesce bene.
da Il cielo di lardo Mursia ed.2008
è un camion, fa il trasporto della ghiaia,
la mia patria, ribalta il suo cassone
ci scarica a milioni su milano.
e insieme come uova ci sfondiamo
in un budino in cui quasi ci immola
e c’è chi ha il dubbio si sia ormai un po’ in tanti,
ma un’altra camionata ci consola.
da Il cielo di lardo Mursia ed.2008
come cravatte rosse verso il cielo
si affacciano le fiamme al davanzale
incartando i gerani con il fumo.
e un camion grosso con la pancia d’acqua
alza la gamba posteriore e spegne
e hanno salvato il gatto per fortuna,
la vecchia no, faceva grida indegne.
da Il cielo di lardo Mursia ed.2008
vorrei tu fossi l’ago del rammendo,
io il tuo refe doppiato a trapassarti
sgomitolato da me stesso inquieto
e posti insieme noi, siamo un cucire.
è un verbo di lavoro e ha un senso caro
di coppia che rinsalda opposti lembi
ma, soli, tu puoi solo le punture
e io afflosciare, rete senza un mare.
da Il cielo di lardo Mursia ed.2008
il gatto nero soffia minaccioso
uguale ad una pentola a pressione
ma senza che prometta cose buone.
tante mani gli danno le carezze,
da tempo non sa nulla più dei topi
e ha un livello di vita medioalto,
a volte rompe il niente, con un salto.
da Antologia di poeti contemporanei, D.Marcheschi, Mursia 2016
è un’unica città il mondo intero,
libera che assomiglia ad una tazza
con al fondo la roba in cui si sguazza.
e poi la specie umana tutta quanta
non può di cose e cibi fare senza
va a rovesciarsi sopra al recipiente.
fra quelli che vi trovano rifugio
i cuori si scazzottano a vicenda,
dei fuori sparsi non si tiene conto,
essendo che nessuno ha più pazienza:
democrazia, quasi delinquenza.
da Antologia di poeti contemporanei, D.Marcheschi, Mursia 2016
nella guerra mondiale, qui a milano,
ebbe mio padre, spesso a mani vuote,
la tibicì dalla città stordita.
si era ridotto magro come un chiodo
ma qualcuno di lui più fortunato,
presso un mulino che tritava il grano,
sbranava i topi grassi ben nutriti,
benedetti dal popolo sovrano.
Inedito
l’ortaglia viene trascurata spesso
durante i giorni dell’inverno in corso
quando l’ortaggio è sempre di più scarso.
talquale le compresse d’aspirina
dentro al cassetto delle medicine
garanti del nostrano respirare,
mentre la storia di verdure cotte
è fra le cose intime più care.
Inedito
sono spilli d’agopuntura i giorni
me li conficco tutti uno a uno
che sembro un porcospino zeppo d’aghi.
mi hanno reso insensibile totale
e col filo li annodo fra di loro,
ne tesso come un baco un gran tappeto,
che vola intorno al mondo in santa pace
quanta ne può donare un uliveto.
Inedito