Giuseppe Zoppelli

Giuseppe Zoppelli (1958) vive e insegna a Torino. La sua attività letteraria segue tre direzioni: la storia e la critica della letteratura dialettale, la riflessione metacritica, la produzione lirica. 
Ha curato le seguenti antologie storico-critiche: La poesia in Valle d’Aosta (Forum/Quinta Generazione, Forlì, 1987), Poesia in patois valdostano. Antologia dei poeti francoprovenzali (Stylos, Aosta, 2001), Fiorita periferia. Itinerari nella nuova poesia in friulano (Campanotto, Udine, 2002), La prosa narrativa in patois valdostano. Storia, autori, testi (Musumeci, Aosta, 2005), Tiara di cunfìn. Altri itinerari nelle periferie (Comune di Pordenone Editore/Biblioteca Civica, Pordenone 2011); nonché le sezioni dedicate alla Valle d’Aosta e al Piemonte in Dialect Poetry of Northern and Central Italy (a cura di Luigi Bonaffini e Achille Serrao, Legas, New York, 2001) e la silloge postuma di Luigi Manfrin, Zent de ciasa (La vita in versi) (Comune di Pordenone Editore/Biblioteca Civica, Pordenone, 2004). Ha inoltre pubblicato la raccolta di saggi Il leone e la lyra. Poesia e patois in Valle d’Aosta (Stylos, Aosta, 2000), la storia letteraria Lettere valdostane. La letteratura francoprovenzale in Valle d'Aosta (Edizioni Vida, Gressan (AO), 2009), il pamphlet Critica ex. Sullo stato della critica letteraria e della cultura (Campanotto, Udine, 2000) e il saggio Etica della parola poetica (Campanotto, Udine, 2009). Sul sito www.etica-letteratura.it, curato da Pino Menzio, sono apparsi due scritti di critica: Parole sepolte: il 20 gennaio della poesia (novembre 2013) e Per una poethica oggi (gennaio 2014).Ha edito le raccolte di liriche Frammenti di un mondo probabile (Campanotto, Udine, 1992), Stella di giorno (Mobydick, Faenza, 2003), Cronica (Ellerani, San Vito al Tagliamento, 2007) e In vivavoce (Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina (PN), 2013).Le ultime pubblicazioni sono Oru puor. L’ultima poesia in friulano, Pasian di Prato (UD), Campanotto Editore, 2015 e Utopia della poesia. Le parole sepolte, Pasturana (AL), puntoacapo Editrice, 2015.È stato redattore e collaboratore della rivista di poesia «Le Soleil Valdôtain» (1980-’83), su cui sono apparsi suoi interventi, così come sue recensioni e saggi sono stati pubblicati su «Diverse Lingue», «Studi Piemontesi», «Pagine», «Quaderni della Biblioteca Civica - Pordenone», «Nouvelles du Centre d’Études Francoprovençales René Willien», «Punto. Almanacco della poesia italiana», o in volumi collettanei come La littérature valdôtaine au fil de l’histoire (a cura di Rosanna Gorris, Imprimerie Valdôtaine, Aosta, 1993) e Eau acqua éve entre littérature, science et histoire (a cura di Rosanna Gorris Camos, Arti Grafiche E. Duc, Saint-Christophe (AO), 2007).

Euridice II


M’ostacola il sole la coperta sbattuta
al piano di sopra poi un lenzuolo
                                                   ad asciugare.
Rado di dicembre accostate le tende
pedinato per tutta la casa nel suo
                                             breve girovagare
capriolando – libro in mano –
da stanza a stanza caparbiamente.
Ne ha patito anche un sopravvissuto
insetto che crepita sul vetro. 

Da Frammenti di un mondo probabile, Campanotto Editore, Udine, 1992

(vangando l’orto ad ogni primavera)


Vangando l’orto ad ogni primavera
mio padre rinveniva a volte
fuori corso qualche storta moneta
poi finita nella latta della citrosodina
(una scura ricordo di Vittorio Emanuele II
ed altre degli anni trenta quaranta
ma su tutte la colombina con l’aquila
d’argento da lire cinque). Che dire:
pagava un suo precoce debito alla terra
quel suo cuore di vetro dal vento soffiato.

Da Stella di giorno, Mobydick, Faenza, 2003

(imbarca sempre la memoria)


Imbarca sempre la memoria
e non sdogana mai –
fino a quando gravata
si gira su un fianco
come la Doria
o chi voglia dormire
e cerchi dell’onda che lo supera
l’oblio. 

Da Cronica, Ellerani Editore, San Vito al Tagliamento (PN), 2007

A Giulia                                                           

                                       «O dormiente, che cosa è sonno»
                                                        (Leonardo da Vinci) 

A strascico sui fondali della notte
le reti del sonno ancora non t’impigliano
che con ali riottose figlia
ne tranci la maglia più fitta
per intorcolarti nel mare dei neri pensieri
che sempre timbrano gli scogli
sempre arrivano alla riva della mente
con ampi passi di compasso
sgretolano castelli sciupano cieli di gabbiano
a picco tra fiordi di ricordi
finché ti sciogli zuccherino nel sonno
come una pastiglia di luna
nell’aria minerale del mattino.

Da Cronica, Ellerani Editore, San Vito al Tagliamento (PN), 2007

Etica della vita e della morte


Ti ho strappata una promessa:
niente dolore (va bene la morfina)
o accanimento terapeutico (meglio – se in vigore –
l’eutanasia) nessuna messa o altro rito
infine cremazione ma prima
infilami nella tasca del pantalone
uno di quei tuoi biglietti d’amore
che non hanno scadenza
(ne ho ritrovato uno dell’altr’anno anche stamattina
cercando pochi spiccioli). 

Da In vivavoce, Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina (PN), 2013

(visto al mercatino dei robivecchi)


Visto al mercatino dei robivecchi
era un cristo crocifisso senza croce
–  spezzata forse o andata perduta – 
inchiodato nel vuoto.
Anch’essa aveva abbandonato il corpo
–  un battito di braccia piedi secchi
e infermi –  senza più punti di appoggio
a un sospeso dolore.

Da In vivavoce, Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina (PN), 2013

(hai saputo quanto costa)


Hai saputo quanto costa l’abbaglio di un sole contro
o lo sbaglio di un’uscita fuori tempo
come esultano nell’altra metà del campo
                                                        i compagni
la sentenza inappellabile del rigore
hai conosciuto la solitudine del portiere
la colpa di un pallone in fondo alla rete:
hai una visione chiara perfetta del gioco
da porta a porta sei l’ultimo uomo.

Da In vivavoce, Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina (PN), 2013

Macelli


È che anche noi morti dobbiamo farci stretti
per quanto spazio ci sia in questi non luoghi
non è infinito. E poi venite – vi prego – uno alla volta:
cos’è questo spintonare questa calca sulla porta
come nella metro di Tokyo con i buttadentro 
che a spallate vi pigiano dentro il millennio.

Da In vivavoce, Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina (PN), 2013

Lezione di storia


Si disgregano gli imperi
                    crollano le torri
                                incendiano i pozzi:
sentenziava lo storico
che il vecchio secolo non è finito bene
                   (quello breve)
ma il nuovo – dico loro –
il nuovo non è iniziato meglio
                   (nemmeno il millennio):
comprendere tutto il bene tutto il male
è il vostro compito per le vacanze.

Da In vivavoce, Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina (PN), 2013

(ma io soltanto questo volevo dirvi)

Ma io soltanto questo volevo dirvi
le impervie vie dell’etica s’inerpicano imprevedibili:
racconta una testimone che quando tredicenne
fu condotta con altri seicento da san Vittore
al binario 21 sotterraneo della stazione
trovò solidarietà umana tra i detenuti comuni
–  i rei i reietti i reprobi i barabba – 
in mezzo all’indifferenza generale della gente
cosiddetta onesta e perbene.

Da In vivavoce, Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina (PN), 2013