Marina Giovannelli

Vive e lavora a Udine. Laureata in Materie Letterarie a Trieste, si è dedicata poi all’insegnamento. 
Le prime pubblicazioni sono state narrazioni rivolte ai ragazzi: Sotto le ali del Leone, Roma 1990; Il segno della vipera, Torino 1991; La Comugna, Roma 1994; Le fanciulle del mito, Torino 1996. In seguito ha pubblicato racconti, romanzi e saggi, come Tre lune (storia di Arianna), Firenze 2001; Una questione di specchi, Udine 2001; Le virtù estreme. Donne, uomini, bambini e soldati nelle epigrafi delle Prealpi Carniche, Barcis/Montereale Valcellina (PN) 2001; Morte di carta, Faenza 2003; Iacoba ancilla. Biografia imperfetta di una ragazza nel Cinquecento, Udine 2005; Gli anni difficili, Udine 2011; Il sentimento della vita, Roma 2012; Variazioni sulle sorelle, Roma 2017; Sulle tracce di Gasperina, Udine 2020. Ha curato libri collettanei quali Niente come prima. Il passaggio del ’68 tra storia e memoria, Udine 2007; Racconti udinesi, Udine 2007; SEPEGREPETIPI. L’origine del linguaggio tra parola e afasia, Udine 2009; Fiabesca. Storie di donnole, galline, briganti e regine rivisitate, Udine 2012; Eroine del mito, Udine 2017; Alfabeto di passioni, Udine 2021. Nel 1998 ha iniziato a pubblicare testi poetici: (An)estesie, Udine 1998; Del silenzio, Udine 1999; Voci dal campo di Drepano, prefazione delle Donne in Nero di Udine 2001; Una condizione ablativa, Introduzione di Sandro Montalto, Novi Ligure (Al) 2003 (II Premio “Trieste città di frontiera” 2003); Cantata per la donna al telaio, Introduzione di Gianpaolo Gri, Montereale Valcellina (PN) 2004; Aenigmata (con Antonella Anedda, Mariella Bettarini, Aldina De Stefano, Loredana Magazzeni), Udine 2005; Alga alla riva, Introduzione di Nelvia Di Monte, Faenza 2006; Ishtar nella città del buio, Roma 2009 (Premio “Il Paese delle Donne”), Prefazione di Anna Maria Robustelli; Il taglio e l’infinito, Introduzione di Loredana Magazzeni, Udine 2010; I semi di un nuovo amore, Montereale Valcellina (PN) 2010; Poete a nordest, Presentazione di Gabriella Musetti, San Vito al Tagliamento 2011; Il libro della memoria e dell’oblio, Prefazione di Antonella Sbuelz, Fanna (PN) 2013; Suite gradese, Nota critica di Francesco Tomada, Cormons 2014; Una sorta di felicità, Introduzione di Marco Marangoni, Rimini 2019, Premio “G. Pascoli/PPOO Città di Barga” 2019. Sue poesie sono state pubblicate sulle riviste “Tratti”, “Punto d’incontro”, “L’almanacco del Ramo d’Oro”, “Leggendaria”, “Il Segnale”.  È stata responsabile, fino al 2018, del settore letterario nel Comitato DARS (Donna Arte Ricerca Sperimentazione) di Udine, che promuove la creatività femminile in ogni sua espressione e ha fondato nel 2001 il Premio Internazionale biennale di Poesia femminile “Elsa Buiese”, della cui giuria ha fatto parte. In particolare ha curato le collane “Quaderni di poesia”, che edita le opere vincitrici, e “Archivio”. Su Elsa Buiese ha scritto la prefazione a Peraulis, edizioni a cura della Biblioteca Civica di Pordenone, 2009. Fa parte del Gruppo regionale della SIL (Società Italiana delle Letterate, con il quale ha partecipato a diversi convegni, i cui Atti sono stati pubblicati in Sconfinamenti. Confini, passaggi, soglie nella scrittura delle donne, Trieste 2008 e nei “quaderni” della SIL n. 1 e 2, Trieste 2011 e 2012. Ha condotto corsi di Scrittura creativa per l’Università delle LiberEtà di Udine e per la Casa Editrice Kappa Vu, e nel 2007 ha fondato il Gruppo di scrittura “Anna Achmatova”. Dal 2010 è presidente dell’associazione ADASTRACULTURA “Tito Maniacco”, attiva nell’organizzare pubblici convegni, incontri, dibattiti nel segno di un’idea interculturale e pluridisciplinare della conoscenza e nel pubblicare opere che rispondano a questo criterio. Ha collaborato a riviste culturali come “Leggeredonna” e “Almanacco del Ramo d’Oro”; per la cultura al settimanale regionale “Il Nuovo” dalla fondazione alla chiusura (1993-2010). Ha fatto parte della giuria del Premio di Poesia “Tito Maniacco”. Si sono occupati della sua scrittura, con recensioni e prefazioni ai libri, Guido Crainz, Francesca Turchetto, Alessandra Beltrame, Maria Grazia Lenisa, Mariolina Meiorin, Luciano Morandini, Tito Maniacco, Mauro Tosoni; Giulia Calligaro, Licio Damiani, Walter Tomada, Sandro Montalto, Antonella Sbuelz, Giulia Ciarpaglini, Gabriella Musetti, Mario Turello, Ludovica Cantarutti, Giampaolo Gri, Nelvia Di Monte, Maria Carminati, Annamaria Robustelli, Gabriella Gianfelici, Maurizio Bait, Loredana Magazzeni, Francesco Tomada, Helen Brunner, Sergia Adamo.
Per informazioni più dettagliate si vedano i siti 
www.marinagiovannelli.it
www.adastracultura.it
www.dars_udine.it

Foto di Danilo De Marco

Sordità


È questa la parola?
Ripeti, non intendo.
Scandisci lentamente
sillaba
gridala forte
sussurra nell’orecchio
plasmala come argilla
fanne pane
bucato
taglia il filo della collana
forse le perle ritroveranno
in fondo al mare
un’impossibile verginità.
Per me conserva un abbraccio
oppure una ferita.

da (An)estesie, Campanotto Editore, Pasian di Prato (UD) 1998

Donna di miele


Specchio
specchio delle sue brame
rimanda
questa donna di miele
ignora
l’intransigenza dell’ape. 

da (An)estesie, Campanotto Editore, Pasian di Prato (UD) 1998

Caffè degli specchi


Al caffè degli specchi
Narciso si confuse
l’iterazione vince
la tetra teologia
dell’uno irrinunciabile
gli fa salva la vita.
Potenza del plurale.

da (An)estesie, Campanotto Editore, Pasian di Prato (UD) 1998

(pietraie non interdicono bagliori)


pietraie non interdicono bagliori
ma soli e lune computerizzati
e l’ora programmata
e la compressa prima di dormire
opacizzano già corrosi specchi
autorizzano sguardi cautelosi
contenti di ritmare brevi dossi

un tempo irrompevano corsari
in queste stesse stanze
corti respiri parole come fiamme
incendiavano corpi e calendari
prima che vita trasmutasse in glera 

da Una condizione ablativa, Joker, Novi Ligure (AL) 2003

(quarantanove giare)


quarantanove giare
colmate d’acqua
quarantanove giare forate
quarantanove ceste di vincastro
intrecciate da mano sapiente
quarantanove non una di troppo
non una di meno
avanti e indietro dalle fonti
chiare le danaidi
a interpretare il vero
enigma della circonferenza
lacrime e fede 

da Una condizione ablativa, Joker, Novi Ligure (AL) 2003

(quante le vie nascoste)


quante le vie nascoste
nel perso del profondo
vertigine di muschi
muraglie di freschezza  
      in tiepida fiumara
      
e rimanere immersa
irretita di squame
mente allegrezza

mi vieni incontro
di latte e tenerezza

tempo di stare in guardia
virare altrove.
lontano nel profondo
custodendo il segreto
dove sfuoca la luce

e invece la superficie
crespa dal desiderio
della riva spezzata
mostra la verità semplice 
dell’apparente mutamento 

da Alga alla riva, Mobydick, Faenza 2006

(collassavano le parole)


collassavano le parole 
sbigottite della propria indigenza 
sbiadivano nel bruno stagno
di trama lisa
esili le vocali vacillavano 
agli orli dell’indifferenza
senza peso tremavano 
senza suono esalavano

amanti delle stelle
porgevano a soccorso
materia siderale 
sogno d’infanzia 

da Il taglio e l’infinito, Adastracultura, Udine 2009

Oblio IV


percorro la sfrangiata linea tra memoria e oblio 
ad ogni passo che attraversi il tempo
e mi trovo a inventare un passato
che passato non è ma non vuole tornare
porte ad aprire dove impera il buio

non so raccontare la fiaba un tempo devo 
averla conosciuta che possa risvegliarmi
ma non viene alla mente per quanto la invochi
né l’acqua che bevo è quella buona della vita
inaridita ormai la fonte nel ventre della foresta

resto quieta in attesa che rischiari quasi
che per magia nel giorno nuovo venturo
tornino ad abitare gli angeli la casa smemorata 
a dare senso al racconto sconnesso

giorno su giorno
la carezza dell’ora
inavvertita
il cuore mi sfigura

non è il tempo che passa
sei tu che passi
da giardino a sera

attraversando 
navighi a vista
timorosa d’abisso
incerta d’infinito
tra velari di stanze
distese di papaveri sognate
araldici silenzi

e all’improvviso non è più il tuo tempo
non è più la stagione
altri volti altri quadri alle pareti
e il rintocco ovattato della sera

non vedo più le rose alla stagione
ogni stagione aveva le sue rose
sono rimaste solo canzonette
neanche l’eredità dei poeti
una tautologia mi accompagna 
il deserto della rosa

è grazia non concessa 
il profumo d’assenza 

il vento sulla pelle
non odora d’inchiostro

Da Il libro della memoria e dell’oblio, Samuele Editore, Fanna (PN) 2013

Corrispondenze

 

Le parole pendevano dai tigli bastava allungare la mano
fiorivano col gelsomino con la rosa selvatica s’inerpicavano
d’edera fino alle terrazze fino alle nuvole azzurre
volavano coi petali nel vento notturno

era un riso sommesso di corrispondenze come due palme
nell’unità del suono due labbra nella festa dell’incontro
occhi che riposano quieti nello stesso sguardo

Non era un coro erano voci singole insieme in altalena
andavano e venivano incrociavano risalendo il volo
più ricche di colore negavano l’intransigenza dei confini

limiti non ponevano al continuo germinare di nomi cose
nomi meraviglia anelito di nomi veri concepiti
nella pienezza trasognata dell’infanzia

 

da Una sorta di felicità, Raffaelli ed., Rimini 2019

 

*

La donna affacciata all’inverno osserva le mutevoli traiettorie
chiede a sé stessa perché non affidarsi all’azzurro
perché non fotografare le rondini sulla parabola dell’antenna
Le rondini non hanno paura della retorica
solo quando le digiti arrossiscono dello stormo
 
*

La donna affacciata all’inverno sfoglia le stagioni
Andare a capo fa parte dei giochi che conosce
minuscola per la continuazione maiuscola
quando è venuto il tempo di cambiare  
Vorrebbe scivolare lieve dentro le minuscole
ma il vento scuote le persiane batte la pioggia forte
contro i vetri Maiuscola maiuscola gridano lì fuori  

 

da Una sorta di felicità, Raffaelli ed., Rimini 2019