Franca Mancinelli è autrice di quattro libri di poesia, tra cui i più recenti, Libretto di transito (Amos Edizioni, 2018), e Tutti gli occhi che ho aperto (Marcos y Marcos, 2020 -premio Europa in versi 2021 e San Vito al Tagliamento 2022/023). Una sezione di questo libro, Alberi maestri, è stata selezionata per “Artist For Plants 2022” (The Svalbard Global Seed Vault, Norvegia); un’altra sezione, Specchio ricurvo, è uscita con traduzione portoghese di Prisca Agustoni nella plaquette Espeho curvado (Macondo Edicoes, 2023). Sue poesie sono comprese in Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012) e con introduzione di Antonella Anedda, nel Tredicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, 2017). Fa parte del progetto europeo “Versopolis”. Suoi testi sono stati tradotti in quindici lingue. Con traduzione inglese di John Taylor sono usciti per The Bitter Oleander Press (Fayetteville, New York), The Little Book of Passage (2018) – traduzione di Libretto di transito –, At an Hour’s Sleep from Here: Poems (2007-2019), traduzione dei suoi primi due libri con alcuni inediti, e un libro di prose inedito in Italia, The Butterfly Cemetery. Selected Prose (2008-2021). Collabora con la Fondazione Pordenonelegge come giurata dei premi “Umberto Saba”, “Esordi”, “I poeti di vent’anni”.
Le frasi non compiute restano ruderi. C’è un intero paese in pericolo di crollo che stai sostenendo in te. Sai il dolore di ogni tegola, di ogni mattone. Un tonfo sordo nella radura del petto. Ci vorrebbe l’amore costante di qualcuno, un lavorare quieto che risuona nelle profondità del bosco. Tu che disfi la valigia, ti scordi di partire.
da Libretto di transito (Amos Edizioni, 2018)
Nel tuo petto c’è una piccola faglia. Quando lo stringo o vi poso la testa c’è questo soffio d’aria. Ha l’umidità dei boschi e l’odore della terra. Le montagne vicine con i loro torrenti gelati. Da quando l’ho sentito non posso fare a meno di riconoscerlo. Anche quando, uno dopo l’altro, nella tua voce passano uccelli d’alta quota, segnando una rotta nel cielo limpido.
La faglia è in te, si allarga. Un soffio di freddo ti attraversa le costole e ti sta scomponendo. Non hai più un orecchio. Il tuo collo è svanito. Tra una spalla e l’altra si apre un buio popolato di fremiti, di richiami da ramo a ramo, su un pendio scosceso a dirotto, non attraversato da passi umani.
da Libretto di transito (Amos Edizioni, 2018)
ho visto gli occhi degli alberi
nel folto una scossa
di chiarore rimasto –a vegliarci
come fitta pioggia che aspetta.
da Tutti gli occhi che ho aperto - sezione Alberi maestri
(Marcos y Marcos, 2018)
da qui partivano vie
respirando crescevo
nel crollo, qualcosa di dolce
un incavo del tempo
tutti gli occhi che ho aperto
sono i rami che ho perso.
da Tutti gli occhi che ho aperto - sezione Alberi maestri
(Marcos y Marcos, 2018)
entro nella pioggia come in un bosco
–ali fittamente intessute
aperte e richiuse sotto la scorza.
Cammino, la nuca protetta
dai miei custodi, liberato lo sguardo
dalla gabbia degli occhi.
da Tutti gli occhi che ho aperto - sezione Alberi maestri
(Marcos y Marcos, 2018)
corro. E sto fermo all’incrocio
dove rallenta, precipita
per una legge di gioia si trasforma.
Non credo ai muri divisori.
Chiudo gli occhi, e attraverso l’immagine.
da Tutti gli occhi che ho aperto - sezione Luminescenze
(Marcos y Marcos, 2018)
negli occhi chiusi una sorgente
di pupille –luminescenze
trascorse tra globi
custodi di un’unica immagine
gravitante nella polvere esplosa.
da Tutti gli occhi che ho aperto - sezione Luminescenze
(Marcos y Marcos, 2018)
l’infinito dei morti
espande un’altra galassia.
Il rosso nel buio continua
a sfociare nel mare
dove siamo senza corpo accucciati.
da Tutti gli occhi che ho aperto - sezione Luminescenze
(Marcos y Marcos, 2018)
il morto si può fare: braccia aperte
per chiglia la colonna, niente
nella mente, un moto
come un ricordo d’acqua.
da Tutti gli occhi che ho aperto - sezione Luminescenze
(Marcos y Marcos, 2018)
tutti nella stiva premendo
per un’altra vita l’aria
come una madre manca.
Lotta di gambe e di braccia
–non svuoteranno il mare.
Richiusa in bara la barca discende.
da Tutti gli occhi che ho aperto - sezione Luminescenze
(Marcos y Marcos, 2018)