Carlo Bordini

Foto di Dino Ignani

Carlo Bordini è nato a Roma nel 1938, dove vive. Dopo una lunga militanza nel movimento trotskista, è stato ricercatore di storia moderna presso l'Università di Roma “La Sapienza”, dove si è specializzato nella storia della famiglia e dell'amore. 
Ha pubblicato i seguenti volumi di poesie: Strana categoria (ciclostilato in proprio), 1975; Poesie leggere, Barbablu, 1981; Strategia, Savelli, 1981; Pericolo, Aelia Laelia, 1984; Mangiare, Empirìa, 1995; Polvere, Empirìa, 1999; Pericolo, Manni, 2004; Sasso, Scheiwiller, 2008.
Nel 2010 l'editore Luca Sossella ha raccolto in un volume tutte le sue poesie: I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010.
Ha pubblicato, come narratore: Pezzi di ricambio, Empirìa 2003; Manuale di autodistruzione, Fazi, 1998 – 2004; Gustavo – una malattia mentale, Avagliano 2006; I diritti inumani ed altre storie, La camera verde, 2009.
Ha curato, con altri: Dal fondo - la poesia dei marginali, Savelli, 1978 (ristampato da Avagliano, 2007); Renault 4 – Scrittori a Roma prima della morte di Moro, Avagliano 2007. Ha pubblicato inoltre Non è un gioco – Appunti di viaggio sulla poesia in America Latina, Sossella, 2009.
Traduzioni: Manuel d'autodestruction, Metropolis, Genève 1995; Poussière, Alidades, Evian 2008; Danger, Alidades 2010; Poesie/Gedichte, e-book italiano-tedesco, Bestreaders.de, 2012; I gesti/Gestures, e-book italiano-inglese, coeditori Zona/Quintadicopertina, 2013.

Polvere


Sarò sempre un po’ meno di quello che sono,
e anzi, molto meno. Polvere. Ho perso molto.
Ciò che si perde è irrecuperabile, e se lo si recupera esso
è ormai disperso, non rientra più nell'ordine prestabilito
delle cose. Sono contento
se di me non rimane che un lieve
involucro. Ho perso
molto. In questa levità, 
ciò che più importa è l'assenza di acuti,
che tutto sia tondo e raccolto. Basta
questo. Tutto ciò che è devastato può divenire rotondo,
ancora rotondo. Come un vaso. E' ancora possibile.
La polvere può essere recuperata. La polvere era una volta
detriti. Ora la polvere non è detriti,
è lenta friabile. La polvere
è un po' meno, ma può essere
tenuta insieme. Le ferite
possono diventare polvere, raccolta
e conchiusa. Sono contento
di non capire le cose. La loro
ragione. Vi sono cose che ignoro, e sono
contento. Appaiono come misteri, 
tranquille. Ad esempio, 
la ragazza che incontro sempre, mi ama
o no? Non lo so. Sono contento
di non saperlo. Sono contento di non sapere
se l'amo, o meglio, so che non l'amo, che potrei
amarla; sono contento
di non sapere se avrei potuto amarla. Questo mistero
mi rassicura più del suo amore.
E' bello non sapere. Non sapere, ad esempio,
quanto vivrò, 
o quanto vivrà la terra.
Questa sospensione
sostituisce l'eternità.


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010

Sasso


Questa indulgenza che gli uomini si concedono col sonno
non assomiglia all’abbandono della morte?
una piccola morte un po’ anticipata, un breve riposo,
Questo goloso anticipo della morte,
così questo rammendare piccole cose porta le cose migliori,
le più femminee,
queste cose femminee
e non ha importanza la reliquia come oscuro residuo
scrivo questo per dire che la morte e il sonno sono simili,
ovviamente, of course,
ma soprattutto che mi sono ugualmente cari,
e in questo atonale abbandono simile a legno di violino,
quando ancora non è stato percosso dall’arco,
e la vita e insieme ancora la non-nascita
e la morte del feto già vecchio
oh come roco il respiro
come torpido scorre il tuo sangue


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010

Marina


Il mare entra tutti i giorni nel mio giardino.
Circonda le pietre e in uno slancio 
bagna gli aranci ancora verdi.
Da molti anni l’ho visto singhiozzare.
Sollevare le sue creste, abbattersi sull’arena.
Rompersi in ali di luce viola e scarlatte 
Grave e sontuoso nel suo mormorare lontano.
Il sole addormenta le cicale.
Candide e ingenue errano le nuvole.


Questo penso quando contemplo
Le immagini fulgenti del mezzogiorno.
L’ape sopra le uve di spiaggia
Succhia in estasi il loro purpureo nettare,
ebbra di un dolce sogno celeste.


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010

Suicidio


Nulla di ciò che è vivo mi interesserà
Sarà come non essere mai nato
Che è il mio sogno di sempre
Non ricorderò nulla.
Non ricorderò nemmeno di essere morto
Non saprò mai di essere stato vivo
E non saprò
Di averti amata
Gli altri si meraviglieranno
Si chiederanno perché.
Non capiranno.     
Se sarò bravo
non mi accorgerò nemmeno del passaggio
Non ricorderò nemmeno di aver scritto questa poesia


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010

Poesia demente


Il mondo fu fatto
in pochissimo tempo,
tra grandi litigate,
e solo all'ultimo
momento fu deciso,
per sfiducia,
di istituire la morte e di dividere i sessi.
Dio era molto geloso
dei suoi quattro o cinque colleghi e per ripicca
disse:
Ma tanto in pochi anni saranno tutti rotti, chi senza
un braccio, chi senza una gamba, tanto vale
farli morire!
E un altro gli disse:
E quelli nuovi come li fai?
Non li faccio io, li fanno
loro! Bella roba. E così,
all'ultimo momento,
in pochi minuti, inventarono l'istinto sessuale,
e l'infanzia. Quasi vennero alle mani.
E uno disse: ma non vedi
che così sarà pieno di guai?
Chi se ne frega - disse Dio.
- Tanto questo mondo non mi piace.
E' venuto male. Bella roba -
interloquì un altro. - Cosa pretendevi, con l'idea che tutti devono mangiarsi
l'uno con l'altro? E' logico che si sarebbero
consumati. E allora? Tu che avresti fatto?
Quasi
vennero alle mani.


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010

Corteo


Se ne tornano a casa, mesti,
con una leggera zoppìa,
il corteo zoppo,
e invero molto stanchi,
quando il corteo è già terminato,
con il loro incedere regale, mesto,
con grande dignità perché
anche se il corteo è 
già morto, l'incedere è ancora magico.
Nel silenzio e
nella solitudine,
piangendo,
con una lieve zoppìa, nel buio già della sera,
perché la dignità si vede
quando non ci sono spettatori


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010

Microfratture


L’idea della catastrofe, una catastrofe silenziosa, 
appena avvertita, ma inevitabile. 
Oppure le microfratture psichiche, 
le microfratture di un’anima.
La mia anima è piena di 
microfratture. Sono i piccoli traumi nascosti,
dimenticati, che tornano ogni tanto, quando l’anima è sotto sforzo,
quando non te ne accorgi. Dentro sono franato tutto. Non me ne accorgo,
ma lo sono. Magari quando attraversi una strada e un rumore ti fa rabbrividire,
quando tremi alla pronuncia di un nome, quando
hai un improvviso soprassalto di insicurezza. Le microfratture
sono le telefonate e gli appuntamenti che ti snervano,
improvvisamente,
l’andare in una stanza e chiedersi: che ci sto a fare,
ecc. ecc.
tutto un elenco dei nervosismi, dei soprassalti, delle cose che ti feriscono,
e le minuzie che ti snervano, ecc ecc 
il cervello che funziona troppo,


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010

Autunno


Quando la fantasia
scopre l'invenzione di se stessa
si stanca
di inventare la realtà
non esistono le ore, non esistono i giorni, l'esistenza e la vita si
confondono.


E' questo il paradiso? O l'autunno?
l'inverno precede dunque l'autunno? E' questa la cabala?
così come la guerra precede la pace.
l'acqua è acqua di pozzo, molli onde, concentriche.


Ciò che richiama il tuo incerto sorriso. Un ricordo oltre i mari, oltre
le colonne di sole. Le foglie girano e riportano indietro.


tu non immagini di vivere in un castello incantato, e
di svegliarti dopo trent'anni, credendo di aver dormito 
dieci minuti

forse sono le ragnatele ad aver dormito, o forse abbia-
mo dormito entrambi. abbandonai
nei tuoi terrori i miei. l'autunno
è appena iniziato.


(poesia inedita)

Mangiare


Mangiare troppo rende brutti e
grassi
ma c'è qualcosa di peggio
mangiare troppo rende laidi,
perché
si imitano i topi e chi mangia troppo
è come un gigantesco
roditore
che consuma inopinatamente e senza
ragione
come un vigliacco
le risorse della terra
e la vita
altrui.
Consuma
cereali,
erbe
e per ultimo consuma inopinatamente
e senza ragione
le carni, gli altri, animali,
come un gigantesco sozzo roditore
e
questo
siamo noi
uomini dell'Occidente
grassi e ingrassati a
ingrassare, rodi-
tori enormi che
troppo mangiano
che tutto
mangiano
e condannano tutto il resto
della vita a
finire
nei loro stoma-
ci


odiamo i topi
perché sono
i nostri fratelli


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010

Sogno di Elena


Sognavo d’essere morta, eppure camminavo
per la stanza, per la casa
chiedendomi chissà, se la mia decom-
posizione era già cominciata
e se gli altri se ne sarebbero accorti.
Poi
    cominciai a preoccuparmi per l’odore,
se si sentiva o no; e temevo, poi,
che avrei attaccato a qualcuno la
mia morte.


da Carlo Bordini, I costruttori di vulcani - Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore, 2010