Un’abitazione popolare bioclimatica in zona equatoriale

PROGETTO DI RICERCA

Una casa salubre, economica e di facile costruzione per gli abitanti delle periferie e della regione di Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo. Un progetto da realizzare utilizzando risorse reperibili sul campo – dal terreno al legno al metallo – nel rispetto dell’equilibrio culturale ed ecologico e mantenendo bassi i costi, con la volontà di restituire dignità alla popolazione locale garantendo il diritto alla casa e condizioni di vita migliori. Il progetto è realizzato dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna.

Oggi il Congo è l’ultimo Paese al mondo nello Human Development Index, l’indice di sviluppo umano, con una speranza di vita alla nascita del 48,4%, il 71,3% della popolazione che vive sotto la soglia di povertà nazionale e un tasso di fertilità di 5,5 bambini per donna. Un’amministrazione pubblica inefficiente, la mancanza di acqua ed elettricità, la promiscuità sessuale e soprattutto la scarsa igiene sono i problemi che affliggono un paese poverissimo nonostante la presenza di miniere di diamanti, oro e coltan. Il lavoro di progettazione e costruzione delle nuove abitazioni si è svolto nella località Telecom Zamba, dove opera la Fondazione Madre Maria Agnese Manzoni, in collaborazione con le Suore Somasche di Rapallo

La mancanza di climatizzazione interna e le necessità igienico-sanitarie sono i problemi principali che il progetto ha scelto di affrontare, trovando soluzioni che chiamano in causa l’architettura bioclimatica.

Il prototipo di edificio è composto da quattro moduli ed è stato realizzato con tre diverse tecnologie di costruzione. Il denominatore comune dei diversi elementi è l’utilizzo della terra cruda: materiale ideale per le sue qualità termoigrometriche e quindi per la capacità di generare confort ambientale.

Le coperture in lamiera, molto diffuse per la costruzione di abitazioni nella regione, sono state sostituite da tetti semivegetali, che offrono una protezione maggiore dal sole e dal rumore della pioggia. Per risolvere il problema igienico è stata allestita una toilette con servizi sanitari adeguati. Il prototipo è stato realizzato in autocostruzione con l’aiuto di persone residenti nei pressi della Fondazione Madre Maria Agnese Manzoni, per lo più privi di formazione tecnica, utilizzando una tecnologia di costruzione tradizionale alla quale sono state apportate piccole modifiche per aumentarne le prestazioni.

La nuova abitazione, economica ed ecologica, nata grazie a questo progetto si chiama Maisonnette Boboto, ovvero Casetta Pace: un nome che, accostando un termine francese ad uno lingala, parla di interculturalità e rispetto per le tradizioni locali.

 

Collaborazioni:

Fondazione Madre Maria Agnese Manzoni, associata a diverse istituzioni internazionali: A.R.E. Alliance for Rural Electrification, Bruxelles; progetto Lighting Africa, dell’I.F.C. International Finance Corporation, New York; l’I.W.A. International Water Association, L’Aja; I.N.B.O.  International Network of Basin Organisations, Parigi; O.I.E.A.U. Office International de l’Eau, Parigi; A.f.WA African Water Association, Abidjan; E.A.D.I. European Association of Development Research and Training Institutes, Bonn.