La necropoli di Chiaramonte Gulfi: da scavo archeologico a laboratorio di integrazione sociale

Un'occasione di lavoro e inserimento per gli adulti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), nonché un’opportunità di giustizia riparativa per i minori sottoposti a procedimento penale: lo scavo archeologico della necropoli di Guelfi si trasforma da laboratorio archeologico in esperienza di integrazione sociale.

Scavo Chiaramonte Gulfi

È un perfetto esempio d’intesa tra pubblico e privato, quello che ha permesso di restituire alla collettività la necropoli di Chiaramonte Gulfi, lungo la strada tra Siracusa e Selinute. La collaborazione tra l’Università di Bologna (Dipartimento di Storia Culture e Civiltà e Dipartimento di Beni Culturali), la Soprintendenza archeologica di Ragusa, il Comune e la Cooperativa Sociale Nostra Signora di Gulfi, ha infatti riportato alla luce ben 101 sepolture databili tra il III e gli inizi del V secolo, con un’attenzione particolare del progetto anche all’integrazione sociale.

La necropoli, parte di un insediamento rurale sviluppatosi in epoca imperiale, tardoantica e, si presume, bizantina, costituisce un cantiere di lavoro eccezionalmente importante per il suo valore archeologico e storico e per la sua valenza sociale. Allo scavo del sepolcreto hanno infatti partecipato anche i beneficiari delle borse-lavoro attivate dalla Cooperativa. Il lavoro di ricerca e scavo sulla necropoli è così diventato un laboratorio di integrazione sociale per gli adulti inseriti nel Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), nonché un’opportunità di giustizia riparativa per i minori sottoposti a procedimento penale.

Una convenzione attivata nel 2018 con l’Università di Bologna ha infatti permesso, grazie alla collaborazione con diversi laboratori dell’Ateneo, un approccio interdisciplinare allo scavo. Ad oggi, le attività procedono grazie al lavoro, fianco a fianco, di ricercatori, studenti, richiedenti asilo e minorenni in messa alla prova, in un progetto di integrazione sociale volto inoltre a favorire l’acquisizione di abilità professionali spendibili per il futuro da parte dei partecipanti.

Andrea Cenerelli, studente in Archeologia e culture del mondo antico, evidenzia nell’esperienza il valore della condivisione con i ragazzi della Cooperativa Santa Maria di Gulfi: “Non si tratta solo di uno scavo, ma di un’esperienza civile condivisa, in cui forze diverse e provenienti da diversi ambiti si confrontano per portare avanti la ricerca scientifica.”

“Lo scavo offre la possibilità di interagire con un mondo differente da quello che fa parte della routine quotidiana,” commenta Maria Carmela Oliva, specializzanda in beni archeologici. “Con i ragazzi dello SPRAR ci siamo trovati bene fin dal primo momento, sono molto felice di avere avuto la possibilità di confrontare le nostre culture, arricchendoci a vicenda di nuove e vecchie storie, siamo infatti diventati amici subito, con tutti,” aggiunge Ilaria Bandinelli, anche lei specializzanda in beni archeologici, così come la collega Francesca Catellani, che evidenzia come l’incontro con questi coetanei aiuti a rendersi conto di quello che accade in una realtà che dovrebbe toccarci tutti da vicino, ma che, talvolta, ci sembra lontana dalle nostre vite. “Inoltre, sentire di essere utili, per quel poco che possiamo, all’integrazione di questi ragazzi, che vengono avviati ad un lavoro e a una occupazione (e non lasciati a loro stessi): è una cosa che rende molto soddisfatti.”

“Si tratta di un progetto di ricerca, ma anche di integrazione e cooperazione, perché lo scambio culturale di generazioni e culture diverse si intreccia con l’attività di didattica e di scavo. Lo studio delle società passate, inoltre, contribuisce alla comprensione dell’altro e a una attitudine all’apertura mentale e comportamentale che è utile a tutti,” conclude Silvia Donadei, dottoranda di ricerca in Studi sul patrimonio culturale.

Gli studenti Unibo coinvolti nell'iniziativa

  • Andrea Cenerelli
  • Maria Carmela Oliva
  • Ilaria Bandinelli
  • Francesca Catellani
  • Silvia Donandei