Storie di Field Work. Valentina Grganovic: “in Bosnia ed Erzegovina per approfondire i diritti umani”

Notizie; Progetti in ambito di terza missione

Dopo essersi laureata in Scienze Politiche all’Università di Zagabria, in Croazia, Valentina Grganovic ha sentito l’inarrestabile bisogno di espandere i propri confini, sia figurativamente che geograficamente, iscrivendosi a una laurea magistrale in Relazioni Internazionali all’Università di Bologna. “È stata la scelta migliore che potessi fare: oltre ad immergermi nella cultura italiana, all’Unibo ho trovato un programma di studi che approfondisse le Relazioni Europee, tema su cui mi volevo assolutamente concentrare, e tante opportunità per ottenere una borsa di studio”.

Quando si è trovata a scegliere l’argomento per la sua tesi magistrale, Valentina ha scoperto il progetto di Field Work dell’Università di Bologna e, spinta dal suo grande interesse per i diritti umani, ha deciso di candidarsi. Il progetto, infatti, consente agli studenti vincitori del bando di operare all’interno di una Organizzazione Non Governativa in un paese in via di sviluppo, per capire cosa significhi operare “sul campo”.

Valentina ha dunque scelto di trascorrere l’estate a Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina, per lavorare nell’ambito dei diritti umani e della prevenzione dei conflitti. Una volta arrivata a destinazione, infatti, ha svolto tre mesi di tirocinio presso l’ONG Post-Conflict Research Centre’, che si occupa di diffondere una cultura di pace e della prevenzione dei conflitti nei Balcani, tramite operazioni sistematiche di sensibilizzazione e di ricerca sui diritti umani, sul tema post-bellico, e sulla giustizia transnazionale. In questo contesto, Valentina si è occupata di scrivere articoli, tradurre testi, organizzare incontri, partecipare a workshop, ed ha intervistato il responsabile del Museo dell’Infanzia di Guerra a Sarajevo.

L’episodio che l’ha colpita maggiormente è stata la commemorazione del massacro di Srebrenica del 1995. In occasione del venticinquesimo anniversario, nella città del genocidio si è tenuto un evento di quattro giorni, che ha coinvolto giovani studenti bosniaci, i quali hanno assistito a varie conferenze e seminari. Lì, Valentina si è messa in gioco partecipando all’organizzazione dell’evento, e soprattutto, imparando a entrare in contatto con la storia, l’arte e la cultura del Paese. “Vorrei sottolineare l’importanza dell’esperienza che ho vissuto alla fine dei quattro giorni trascorsi a Srebrenica, ovvero la fortuna di poter assister alla performance itinerante Što te nema”.

Ogni anno, l’artista Aida Šehović crea una performance itinerante, nella quale sono state raccolte delle tazzine da caffè tradizionali bosniache, grazie alla collaborazione delle comunità residenti in tutto il mondo, per rappresentare simbolicamente al numero delle vittime del massacro: 8.372. In occasione del venticinquesimo anniversario, i partecipanti hanno riempito la propria tazza con del caffè preparato secondo la tradizione bosniaca, mentre il monumento in ricordo delle vittime prendeva vita.

Oggi, dopo il conseguimento della laurea magistrale, Valentina sta svolgendo un tirocinio a Bruxelles nel campo degli Studi Europei. L’esperienza di Field Work le ha permesso di comprendere a fondo le politiche ed i conflitti che possono insorgere tra stati, e quindi si trova meglio equipaggiata per affrontare al meglio le sfide delle relazioni internazionali. “I luoghi che ho visitato e le persone che ho incontrato rimarranno sempre parte di me, sento di aver migliorato non solo le mie competenze lavorative, ma soprattutto quelle umane”.

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