L’Università di Bologna in prima linea per combattere il cambiamento climatico

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Un gruppo di ricerca Unibo in Senegal per comprendere gli effetti del cambiamento climatico sulle migrazioni.

L’Università di Bologna, da sempre impegnata nella battaglia contro il cambiamento climatico, ha introdotto le migliori risorse nell’ambito della ricerca interdisciplinare per indagare il nesso tra fenomeni climatici estremi e migrazioni. Le attività si sono svolte nel contesto dell’End Climate Change, Start Climate of Change - #ClimateofChange finanziato dall’Unione Europea. Il progetto di EUROPEAID prevede inoltre una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani under 35 riguardante gli effetti del cambiamento climatico sulle migrazioni, sulle disparità economiche e lo sfruttamento delle risorse ambientali e umane. La ricerca sarà svolta in quattro diversi paesi (Senegal, Etiopia, Guatemala e Cambogia) con l’obiettivo di comprendere il nesso tra eventi climatici come desertificazione, inondazioni e siccità, e gli spostamenti in massa delle popolazioni colpite da tali catastrofi ambientali. 

Il professor Pierluigi Musarò del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, in qualità di coordinatore del progetto per l’Università di Bologna è di recente rientrato da due settimane di lavoro sul campo in Senegal, realizzato insieme a colleghe di altri dipartimenti. Durante la missione, il gruppo ha svolto una ricerca qualitativa tra Dakar, la capitale attuale del Senegal, e Saint-Louis, la vecchia capitale. Durante questo periodo, sono state intervistate quasi cento persone dei più svariati ceti sociali, come pescatori, migranti, attivisti, sindacalisti e professori universitari. 

Dalla ricerca empirica è emerso principalmente che le migrazioni internazionali sono una minima parte rispetto agli spostamenti interni e che il cambiamento climatico rischia di diventare una nuova etichetta volta a legittimare lo status quo, deresponsabilizzando ogni presa di decisione politica relativa alle disuguaglianze strutturali. “Il cambiamento climatico ha reso concreto e ricorrente ciò che prima era eccezionale. Si tratta di una minaccia in cui i sintomi e le cause si confondono. Abbiamo visto situazioni molto diverse, dai pescatori minacciati per la mancanza di pesce, ai minatori che sopravvivono con il sale. In ognuna di queste non si può dire che la ‘colpa’ sia (solo) del cambiamento climatico”, spiega il professor Musarò. La visita in loco è stata fondamentale per comprendere i reali effetti dei fenomeni meteorologici, sempre più comuni, mettendo da parte la narrativa europea per dare voce a chi vive questa realtà quotidianamente.

L’Università di Bologna, unico ente di istruzione superiore a partecipare al progetto, grazie ad un lavoro inter e transdisciplinare, contribuirà alle azioni di lobbying e advocacy assieme agli altri partner, per ottenere un impatto concreto sulle decisioni politiche e i vari portatori di interesse. A questo proposito, si terranno una serie di dibattiti a Bruxelles nei quali parteciperanno anche studenti dell’Università di Bologna, e i vincitori si recheranno nei quattro paesi oggetto di indagine del progetto DEAR #ClimateofChange.

 

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