Il progetto di Virtual Mobility di Una Europa: una proposta che guarda alla sostenibilità e all’inclusività

Non vi è dubbio che la mobilità rappresenti una cruciale opportunità di apprendimento per gli studenti universitari. Studiare all'estero è essenziale per sviluppare le capacità e le competenze personali, accademiche, professionali e interculturali richieste da un'economia globale basata sulla conoscenza

Tuttavia, l'attuale crisi di Coronavirus ci ha posti dinanzi a ostacoli inediti e che richiedono creatività e innovazione per essere superati. Le università di Una Europa Alliance hanno prontamente spostato online le loro attività di insegnamento e formazione in risposta alle misure restrittive imposte dalle autorità nazionali, ma l’esperienza acquisita vuole generare un impatto anche a lungo termine. 

Di conseguenza, la mobilità andrà adattata e riorganizzata per andare incontro alle esigenze di un futuro che abbiamo scoperto essere incerto. Ad esempio, trasformando la "mobilità" in "connettività". 

 

La mobilità del futuro: sostenibile, inclusiva e virtuale

Il primo passo verso il futuro sarà reinventare i modelli della mobilità in modo più sostenibile e inclusivo, trasformando così questa esperienza in un’opportunità di crescita e sviluppo per tutti.

“Una Europa ci consente di testare nuovi modelli di mobilità e connettività internazionale che non solo promuovono l'esperienza interculturale, ma sono anche di natura più inclusiva. Questa emergenza ci offre uno slancio ancora maggiore verso i modelli di "mobilità virtuale" che si dimostrano essere più sostenibili e convenienti,” dichiara Francesco Ubertini, Rettore dell'Università di Bologna, primo partner di Una Europa colpito dall’emergenza sanitaria. “Vogliamo sperimentare nuovi modelli che possano rendere la mobilità un'esperienza più interculturale e inclusiva, riuscendo inoltre a coinvolgere anche quegli studenti che sarebbero generalmente esclusi dai programmi di mobilità fisica per motivi personali, finanziari o correlati alla pandemia.”

La nuova mobilità, sviluppata assieme ai partner di Una Europa, esplora tre possibili modelli. Il primo si basa su un'esperienza di mobilità completamente virtuale in cui gli studenti potranno frequentare online le lezioni di altre università di Una Europa e ottenere i crediti necessari. 

Nel secondo modello, l’obiettivo è sviluppare delle unità di insegnamento congiunte, pianificate insieme dai professori delle università di Una Europa. Gli studenti avranno inoltre la possibilità di formare dei gruppi, dando così forma a una sorta di comunità virtuale internazionale con insegnamento e apprendimento multilingue. 

Il terzo modello riflette infine il desiderio di ripristinare la normalità, dando agli studenti la possibilità di trascorrere un breve periodo di tempo nella loro università ospitante. Saranno considerati a tutti gli effetti studenti in mobilità virtuale ma potranno svolgere un periodo di mobilità in presenza presso un Ateneo di Una Europa scelto da loro, svolgendo delle attività extracurriculari in collaborazione con enti pubblici e privati. Non si tratterà quindi di frequentare lezioni presso un altro ateneo ma di essere coinvolti in attività di social engagement in un altro paese.

 

La sfida: dall’eredità della crisi allo sviluppo di una nuova società europea

Per aprire l'iniziativa a quanti più studenti possibile sarà necessario accompagnarli in modo costante e concreto in questo percorso, prestando particolare attenzione a coloro che si affacciano per la prima volta a un’esperienza di studio internazionale. Inoltre, sarà necessario assicurarsi che tutti gli studenti possano partecipare attivamente alle lezioni, anche da una località remota, supportando la necessaria transizione tecnologica.

“La pianificazione e lo sviluppo delle prime attività di insegnamento congiunto di Una Europa ci imporranno di abbracciare nuovi temi e argomenti che vanno al di là delle attuali aree di interesse dell’alleanza,” continua il Rettore Ubertini. “Inoltre, non dovremo concentrarci solo sui corsi già erogati in inglese nelle nostre rispettive università, ma sarà nostro compito riuscire a proporre i corsi ora insegnati nelle nostre lingue di origine. Questo costituirà un importante valore aggiunto per gli studenti internazionali e un concreto passo avanti nel nostro impegno per il multilinguismo.”


Il futuro, per definizione, ci mette costantemente alla prova. La nostra vera sfida consisterà nel riuscire a fare tesoro di quanto fatto in risposta a una situazione di emergenza, continuando a costruire su queste basi un’Università sempre più inclusiva e sostenibile. Un’Università capace di dare forma e voce a un migliore futuro comune dell’Europa.